Chi convive con i
gatti sa bene come ognuno di loro abbia un carattere
proprio, una personalità che li distingue l’uno dall’altro.
Questo concetto, che per molti potrebbe sembrare ovvio (sono essere
viventi non certo cose) è in realtà spesso sconosciuto
a molte persone che tendono, per cultura e per scarsa
conoscenza del mondo felino ed animale in genere, a non assegnare
un carattere specifico, ovvero un’individualità ai ns.
amici pelosi. Sono in realtà propensi a standardizzare
i temperamenti ed i comportamenti conseguenti ad essi, rendendoli unici
a tutta la specie, un po’ come fanno le enciclopedie.
Così spesso sentiamo dire che i gatti sono completamente
indipendenti, opportunisti e spesso furastici. Chi conosce i gatti sa
che se questo stereotipo è valido per
alcuni mici, per molti altri |
decisamente
no. Esistono gatti paciosi, che non solo si lasciano accarezzare
ma addirittura, tirare la coda oppure i baffi, altri ancora
sono più giocherelloni di altri. Questi diversi
caratteri danno vita a comportamenti differenti, alcuni
dei quali anche bizzarri e divertenti. Ne sono un esempio i
racconti del veterinario e scrittore argentino Alexander Gonzales,
oggetto di veri e propri agguati mattutini da parte del suo amato micio.
Quest' ultimo si divertiva la mattina presto a nascondersi dietro un
mobile del corridoio nell’attesa del passaggio dell’insonnolito
padrone, diretto in cucina con l’intento di prepararsi un buon
caffè. Una volta giunto sul posto Gonzales, che fingeva ogni
volta di non vederlo, veniva “assalito” dal suo gatto che
per scherzo simulava di mordergli il polpaccio e fuggiva via immediatamente
felice dell’esito dell’agguato e deliziato dalle urla del
suo amico umano, a sua volta divertito della burla. Curioso
era anche il comportamento della gattina siamese Pallina
del noto entomologo Giorgio Celli, |
autodefinitosi gattofilo impenitente. Racconta Celli che la micina aveva una particolare abitudine: le piaceva, tramite un salto sulla spalliera del divano, salire in testa all’ospite a lei più simpatico, accomodandosi in bilico e dando, contemporaneamente, segnali inequivocabili di piena soddisfazione. Immaginiamo le reazioni esterrefatte dei malcapitati di turno, spesso austeri professori universitari o eleganti signore dell’alta borghesia. Per la povera Pallina, che molte volte si esibiva in incredibili prove di equilibrismo a seguito delle scomposte reazioni dell’ospite prescelto, era un segnale di predilezione. Immancabilmente, a tale operazione veniva sottoposto lo stesso Celli, il quale, dopo aver pazientemente atteso che la sua gattina trovasse la posizione più comoda, alzando gli occhi in su diceva: “Si sta bene lassù?” e lei, invariabilmente rispondeva “Miao!”.
|