Il gatto è un animale decisamente abitudinario e contrario ai cambiamenti. Ama che l’ambiente in cui vive sia costituito da punti fermi e certi. Di fronte a qualsiasi cambiamento il gatto si comporta come un esploratore in territorio aborigeno: avanza lentamente, si guarda intorno, studia la novità. Esiste un episodio, capitato a molti che convivono con i mici, per molti aspetti buffo ed esilarante, che ben descrive la natura conservatrice del gatto. L’amico umano del felino, tornando a casa, magari dopo aver fatto dello shopping, con un pacco dalla forma particolare, ma alcune volte può accadere anche con una semplice busta di plastica, e mentre sta già pregustando le dolci fusa del suo amato micio, s’accorge che questi si è arrestato repentinamente a mezzo metro da lui, immobile come una statua. Fissa il pacco, con pupille dilatate e collo teso, sconvolto dalla nuova presenza. Se |
l’umano è
un neo-gattofilo, allora rimarrà anch’esso stupito dell’atteggiamento
pauroso del gatto, per poi rimanerne divertito pensando: che ci sarà
mai di strano in un pacco? Il micio, anche dopo aver constatato
la totale immobilità del sacco o pacco che sia, non è
ancora fiducioso: si avvicina titubante, lo annusa e gli gira
intorno con circospezione. Appurata l’innocuità
dell’oggetto misterioso che ha così sconvolto
il suo habitat, il gatto trasforma la sua paura in gioiosa vivacità:
salta qua e là sopra il pacco, lo colpisce per gioco, c’entra
dentro e lo trasforma in cuccia. Se fosse presente un etologo darebbe
la seguente spiegazione: l’energia accumulata per affrontare una
eventuale minaccia deve essere scaricata, ad esempio attraverso il gioco.
Ma episodi del genere, in cui le novità determinano
un apparente disorientamento del micio possono essere vari:
basti pensare alla loro idiosincrasia
per i traslochi, oppure provare ad osservare
la reazione di un micio allo spostamento della sua ciotola:
vagherà per la stanza alla sua ricerca, ed una volta trovata
vi si accosterà con cautela come se stentasse a riconoscerla
, guardandovi con occhi stupiti ed insieime di rimprovero. Insomma,
parafrasando Einstein, “il gatto non gioca certo a dadi”
ed ama un ordine cosmico assoluto. |