Il Vostro collega vi deride quando raccontando del “Vostro piccolo dolce musetto peloso” Vi si illuminano gli occhi? Vostra zia si stupisce di come una persona che ha così tanto studiato per farsi una cultura sprechi il suo tempo per curare un animale così, a suo dire, opportunista e sporco? La Vostra vicina non capisce come possiate sopportare il miagolio del vostro gatto? Beh, rispondetegli in versi. Nella storia umana non siete certo i primi ad amare i gatti, e per dimostrare come gli uomini dall’animo più sensibile e nobile siano anche i più vicini al mondo felino potreste utilizzare alcune poesie scritte appositamente per i mici. Potremmo iniziare con un bellissimo sonetto del Torquato Tasso nel quale ci rivela come siano le gatte e non le muse, le sue ispiratrici: “Come nell'ocean s'oscura e infesta procella il rende torbido e sonante, e le stelle onde il polo è fiammeggiante stanco nocchier di notte alza la testa, così io mi volgo, o bella gatta, in questa fortuna avversa a le tue luci sante, e mi sembra due stelle aver davante che tramontana sian ne la tempesta. Veggio un'altra gattina e vederm parmi l'Orsa maggior con la minore; o gatte amate, se Dio vi guardi dalle bastonate, se il Ciel voi pasca di carne e di latte fatemi luce a scriver carmi.”.
|
E se qualcuno obiettasse
che il Tasso viveva in un’epoca antica, piena di superstizioni
e di credenze sui gatti. Se volesse cioè sostenere che il poeta
della “Gerusalemme liberata” si fosse lasciato suggestionare
dalle leggende più che dalla reale bellezza felina allora potremmo
citare Charles
Baudelaire, colui che con “les Fluers du mal”
(i fiori del male” ) ha praticamente inventato la poesia moderna:
“Gli innamorati fervidi e i dotti solitari
amano entrambi quando giunge l'età matura i gatti dolci e forti, vanto della dimora, com'essi freddolosi e sempre sedentari. Amanti delle scienze e proclivi al piacere i gatti vanno in cerca di silenzio e di tenebre l'Erebo li avrebbe scelti per il suo carro funebre se asservir si potessero le loro anime fiere. Nell'indolenza assumono le nobili attitudini delle sfingi giganti che nelle solitudini del deserto sognano di cose già sognate. I loro corpi si accendono di meteore elettriche e nei loro occhi si accendono di creature mistiche, pullula una miriade di pagliuzze dorate” |
E per concludere che
non solo i grandi poeti, dall’animo gentile e sensibile, hanno
ammirato queste splendide creature, che sono i gatti, ma anche le menti
più geniali citeremo quella più geniale di tutte : Leonardo
da Vinci: "Il più piccolo felino è un capolavoro"
e detto da lui c'è da credergli!. |