Quante volte avete invidiato
il vostro micio disteso beatamente sul divano o sulla poltrona di casa
mentre eravate impegnati nei lavori, domestici o professionali che fossero?
E mentre lo ammiravate totalmente abbandonato nelle braccia di Morfeo,
con lo stesso sguardo che una madre ha per il proprio figlio, vi sarete
chiesti che cosa stesse sognando. Già, perché chi
fa parte del mondo gattaro, o se volete gattofilo per usare
un termine più signorile, ovvero chi ama i gatti e vive con loro,
da per scontato che sognino. Ma Questa convinzione
non nasce dal grande amore che avete per loro che vi porta
a considerarli come delle persone, bensì dall’esperienza
quotidiana. Li avete sentiti più volte emettere
dei gemiti, o lievi miagolii, addirittura
soffi di minaccia, duranti i loro innumerevoli e gattosi pisolini,
segni inequivocabili di |
un sogno in corso d’opera.
Magari però, vi sarà anche capitato che, parlandone a
qualche Vostra amica o parente, questi Vi abbiano schernito: “E’
un gatto, gli animali non sognano!” aggiungendovi un bel
sorriso di compassione, su quella faccia, che in quel momento, sembra
tanto una da schiaffi.
D’altronde l’uomo, con
la sua ben nota presunzione che l’ha portato a definirsi “Sapiens”,
ha per molto tempo ritenuto che fosse l’unico animale
in grado di sognare. Forse perché, proprio attraverso le
esperienze oniriche,
si è convinto che di se stesso esista qualcos’altro oltre
al corpo, sviluppando il concetto di anima. Anima che
per diversi motivi, teologici soprattutto, è
spesso considerata una . |
prerogativa della nostra specie. Visto che l’idea di una parte spirituale dell’essere vivente nasce dalla capacità di sognare, appare evidente il motivo per cui per molto tempo si è creduto che gli animali non fossero in grado di farlo. Ma non è così!. Le ricerche scientifiche, suffragate dagli encefalogrammi, fanno affermare agli scienziati, senza timore di smentita, che anche gli animali sognano. Da questi studi emerge un altro dato interessante: gli animali predatori dormono di più delle loro prede. Logico, in fondo l’idea si essere divorati non concilia certo il sonno. Ecco, quindi, che il povero topo ha un riposo più leggero e breve del gatto. Ma la cosa che mi lascia pensieroso è un’altra: il mio gatto dorme molto di più di me, non sarà mica che, da buon cacciatore, mi abbia catturato come suo devoto servitore ? Sono, infatti, io che do da mangiare a lui, io che pulisco la sua cassettina, io che gli cedo la mia poltrona durante il giorno. Eppure io, con la consueta presunzione di noi umani, mi definisco il suo padrone!
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