La Clamidiosi
è causata da un microrganismo patogeno delle vie respiratorie,
la Chlamydia Pittaci (gram negativo) poco resistente nell’ambiente,
la sua trasmissione non avviene per via aerea ma per contatto
diretto fra gatti attraverso le secrezioni infette oculo-nasali
oppure dalla madre, portatrice sana, ai cuccioli. Questi ultimi sono
i soggetti più colpiti, anche se la malattia interessa i mici
d’ogni età. Pur interessando le vie respiratorie,
il sintomo principale delle clamidiosi è
la congiuntivite, accompagnata da notevoli secrezioni e da
edema (ovvero rigonfiamento e difficoltà a tenere aperte le palpebre).
Solitamente viene colpito un unico occhio e solo in
seguito la congiuntivite da mono diventa bilaterale. Si possono,
inoltre, manifestare febbre, inappetenza, starnuti, rinite
e, se subentrano complicazioni batteriche, anche polmonite.
La terapia fa ampio uso di tetraciclina
(un antibiotico ad ampio |
spettro) sia per via
orale che per uso locale sottoforma di colliri specifici.
La cura antibiotica, per evitare ricadute, deve
essere eseguita per almeno 20 giorni. La patologia,
che non è generalmente pericolosa, presenta due aspetti sgradevoli:
spesso la guarigione non è definitiva e le ricadute
sono sempre possibili, specialmente a seguito di stress
psicofisici che determinano un abbassamento delle difese immunitarie.
Inoltre, è trasmissibile all’uomo causando
fastidiose congiuntiviti. Per questo è sempre necessario
lavarsi accuratamente le mani dopo che si è venuti a contatto
con il micio ed evitare di toccarsi gli occhi. Anche
per la Clamidiosi esiste un vaccino, facoltativo, che,
anche se non fornisce la certezza assoluta di evitare la malattia,
assicura però una forma più lieve della patologia.
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