L’ocicat è un gatto meraviglioso ed unico: ha lo sguardo e l’aspetto di un micio selvaggio ma è in effetti una razza completamente domestica originalmente generata incrociando fra loro le seguenti razze: Siamese, Abissino ed American Shorthair. Pertanto il suo corredo genetico non contiene tracce di animali selvatici. Tuttavia, proprio dalla somiglianza con l’ Ocelot, un gatto selvaggio dall'america centrale e del sud, deriva il suo nome: Ocicat appunto. Nonostante l’aspetto, il nostro amico risulta essere un micio perfettamente adattabile alla vita domestica, può, addirittura, essere addestrato all’uso del guinzaglio e , quindi, accompagnare il suo amico umano in belle ed affettuose passeggiate. Intelligente, è spesso in grado di rispondere ai comandi vocali, caratteristica questa che, unità alla |
sua naturale
socievolezza, gli consente di instaurare un bellissimo
e stretto rapporto con l’uomo. Il suo carattere sociale,
affettuoso e giocherellone lo rende estremamente adatto a vivere
in famiglia, magari insieme a bimbi ed altri animali domestici,
mentre soffrirebbe con persone che per necessità dovessero
lasciarlo per lunghi periodi. L’ocicat, nato da un cocktail di razze, è un bel gattone, in cui forza e potenza, tipiche del gatto selvatico, ben si coniugano con il carattere docile e affettuoso che contraddistinguono i gatti domestici ed in modo particolare il gatto siamese, da cui ha, in parte, origine. Il nostro amico è quindi la realizzazione della Frase Fernard Mery “ Dio ha creato il gatto per dare all’uomo il piacere di accarezzare una tigre”. E’ probabilmente questo il segreto della sua crescente popolarità: la capacità di soddisfare il desiderio innato nell’uomo di avere un animale in cui coesistono l’aspetto selvaggio ed il carattere domestico. E pensare che questo non era l’obiettivo del primo allevatore di Ocicat, la signora Virginia Daly. Tutto ebbe inizio nel 1964 e fu il risultato inaspettato di un tentativo da parte dell’ allevatrice americana di ottenere un gatto siamese con le estremità colorate dal tipico ticking dell’ abissino. Per questo incrociò fra loro gatti siamesi e gatti abissini. I mici ottenuti dalla prima generazione furono una serie di siamesi con diverse colorazioni ma senza quella che voleva la Daly. La selezionatrice statunitense non si diede per vinta e prosegui negli incroci. Nella seconda generazione di cuccioli spiccò per originalità un ricetto maculato, che l’allevatrice chiamò “ Tonga ” ma la sua somiglianza con il gatto selvatico “ Ocelot” lo fece ribattezzare dalla figlia della Daly “Ocicat”. Così, in quel freddo giorno del 1964, a Berkley nel Michigan, nacque una razza completamente nuova ed unica di gatto. Tuttavia, la storia dell’ocicat sarebbe nata e finita con “ Tonga” se non fosse intervenuto il Dott. Cleyde Keeler, rinomato genista dalla “ Georgia University “, che, attraverso un articolo apparso sul giornale di Detroit, espresse la speranza di poter rivedere in un gatto domestico le sembianze dell’ormai estinto gatto selvatico egiziano. La Daly scrisse a Keeler per segnalargli che un gatto da lei ottenuto attraverso un incrocio poteva soddisfare le speranze da lui espresse sul giornale di Detroit. L’interesse dello studioso scientifico accese i riflettori della comunità gattofila su “ Tonga “, che nel frattempo era stato castrato e venduto come gatto domestico, così che molti allevatori, compresa la stessa Daly, si adoperarono per riprodurre la nuova razza di “Ocicat” partendo dalla base degli incroci effettuati dalla Daly stessa, sviluppando in questo modo altre linee di Ocicat con una vasta base genetica. All’originario incrocio fra Siamese ed Abissino venne successivamente aggiunto lo Shorthair Americano con lo scopo da un lato d’ introdurre il color argento sul manto e dall’altro di aumentarne la taglia. L’ Ocicat, grazie a quest’ultimo innesto, divenne così più forte, con un’ eccellente muscolatura, e più grande fisicamente. Tale cambiamento fu anche utile a superare le successive difficoltà che si ebbero nel ricreare la razza dopo la nascita di “Tonga”. L’ocicat, infatti, venne riconosciuto per la registrazione fin dal 1966, grazie proprio a “Tonga”, ma si dovettero attendere ben ventenni per la sua definitiva iscrizione, che avvenne nel 1987. Da allora la popolarità del nostro amico andò via via crescendo ed oggi sono molte le esposizioni dove è possibile ammirare degli splendidi esemplari di questa nuova e particolare razza. |