Con l’avanzare
degli anni, il gatto di casa cambia atteggiamento e da quel
cucciolo vivace e giocherellone diventa un micio tranquillo
e dormiglione. Già perché la pigrizia, spesso
connaturata al felino, si accentua in un gatto che vive da anni in un
ambiente di cui conosce ogni segreto, perdendo quindi quella curiosità
che lo spingeva da piccolo alla continua esplorazione ed al movimento,
preferendo, ora, lunghe e paciose dormite. E’ bene stimolarlo
attraverso il gioco, tenendo conto che il gatto non ha più i
riflessi e la velocità di un tempo. Per questo
si useranno, ad esempio, palline grandi (che
riesce a vedere meglio) da lanciare lentamente. Anche
trascinare un morbido pupazzetto attaccato ad uno spago è un
altro interessante gioco da adottare. Ma il gatto adulto subisce
dei cambiamenti non solo fisici ma anche psicologici: può
essere facilmente colpito da solitudine ed insicurezza ed anche i gatti
maggiormente indipendenti cercano sempre di più il contatto fisico
con il proprio amico umano abbandonandosi in atteggiamenti a cui non
erano abituati. Assecondarli il più possibile e riservagli
maggiori attenzioni li farà sentire più amati e curati.
Quindi, qualche carezza in più, tenerli con sé quando
si guarda la tv o si legge un libro, magari, perché no, dargli
da mangiare direttamente con le mani, sarà per loro la conferma
di un affetto che cercano con maggiore insistenza. Tutto questo,
però, va fatto nel rispetto della loro personalità, delle
loro esigenze e dei loro stati d’animo: se ogni tanto
decidono di appartarsi, magari sotto il letto, oppure non hanno voglia
di magiare il loro piatto preferito vanno rispettati e non sforzati.
L’amore e l’affetto vanno mostrati con le carezze
ma passano anche per la giusta considerazione che il gatto è
un essere vivente con i propri sentimenti ed i propri spazi. |