La lingua ed il gusto del gatto

Nel numero precedente abbiamo descritto l’olfatto del gatto ed abbiamo rilevato come gli stimoli olfattivi sono inviati nello stesso settore cerebrale dove sono canalizzati anche quelli del gusto. E’ quindi, non solo coerente, ma anche complementare all’articolo d’inizio Novembre, analizzare il gusto nel micio. Il gatto è spesso un cliente difficile in fatto d’alimentazione, si stanca facilmente dello stesso cibo, ama variare e per questo può dedicarsi al furto in casa oppure alla caccia di piccoli animali (anche se in questo caso al capriccio alimentare si aggiunge il gioco). Questa voglia del gusto diverso lo porta a mangiare addirittura i dolci, cosa curiosa in quanto i mici non hanno recettori nervosi sensibili agli zuccheri. Questa assenza è dovuta sia alla natura carnivora del gatto ma anche perché un eventuale assunzione di zuccheri potrebbe provocare dei disturbi digestivi. La caratteristica più evidente della lingua del felino è la sua rugosità determinata da centinaia di piccole protuberanze che non hanno nessuna funzione gustativa ma servono a staccare la carne dalle carcasse delle prede oppure alla pulizia personale. Le papille gustative sono invece poste sulla punta, lungo i lati ed alla base della lingua. A secondo della loro funzione le papille hanno tre forme diverse: filiforme, sono le protuberanze con funzione abrasiva, fungiforme, le vere papille gustative e circumvallate a funzione sensitiva.

 

La lingua del gatto è lunga e flessibile caratterizzata da forte rugosità causata dalla presenza di tanti piccoli coni rivolti all'indietro, ideali per strappare i brandelli più piccoli di carne dalle ossa, dette papille abrasive.
Lingua di gatto
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