Lo
sguardo più profondo che si possa immaginare,
capace di illuminare la notte più buia, un mantello lunghissimo
e morbidissimo in cui il piacere di accarezzare sembra possa
non finire mai, la grazia dei movimenti unita
alla dolcezza del viso fanno del gatto Persiano il
principe dei gatti. Se poi avete sempre cercato un micio affettuoso,
sempre disposto ad accettare le Vs. coccole, tranquillo, che non usi
le tende del salone come delle liane o che non scambi la Vs. libreria
per una montagna da scalare allora il Persiano è proprio il gatto
che cercavate e che, probabilmente, non avevate trovato fino ad ora.
Già perché lui non è come gli altri,
ottenuto dal lavoro degli allevatori, sembra quasi aver perso
la sua parte selvaggia, tipica di un gatto. Casalingo
e coccolone, il suo fisico, tronco, corto, pesante
e con zampe corte, è ben lontano |
da
quello snello ed agile di un predatore. Ma d’altronde, il suo
compito è quello di riempire, con il calore del suo splendido
pelo, la tenerezza dei suoi grandi occhi incastonati in un musetto tondo,
tondo, la vostra casa e non certo quello di tenere alla larga i topi.
Adattissimo a persone sole ed anziani per la sua sensibilità
ed adattabilità, concede e prende amore senza riserve. Oltre
che socievole è un gran giocherellone e sa per questo
rendere felice un bambino. Inoltre, grazie al suo temperamento
mite, possiamo escludere reazioni indesiderate nei confronti dei bimbi.
Il Persiano può essere consigliato anche a tutti coloro che sono
stressati, che lavorano tutto il giorno, poiché creano un’atmosfera
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di
serenità e di tranquillità. I gatti in Europa
fino al 1500 erano esclusivamente a pelo corto. Nel
1520 per la prima volta si parla del gatto d’Angora
un felino d’origine turca dal folto e lungo mantello, che può
essere considerato il progenitore del Persiano. Pietro
della Valle, esploratore italiano della metà del ‘700,
descrive, nelle sue lettere sui viaggi in oriente, dei bellissimi
gatti a pelo lungo presenti in una regione della Persia: il Chorazam.
L’italiano ne importò alcuni esemplari che furono
i primi mici con pelliccia fluente introdotti nel vecchio continente.
La denominazione di gatto Persiano appare per la
prima volta nella “Storia naturale”
del naturalista Gorge
Louis Buffon (1707 -1788) “…Discendente dal
gatto d’Angora della provincia del Chrazam, il Persiano azzurro
ha il pelo fine, grigio, lucido e segoso nei suoi chiari e scuri,
più intenso sul dorso e più chiaro sul petto. La coda
e pennacchio è lunga cinque o sei dita...”. Buffon
cita anche Pietro della valle. Ma la vera storia
del Persiano ha inizio con la prima mostra felina. Organizzata
a Londra, da un eccentrico quanto simpatico scrittore/poeta di nome
Harrison Weir, mise in esposizione ben 170 gatti delle più
diverse razze. La rassegna ebbe un enorme quanto inaspettato
successo, numerosi giornali s’interessarono all’avvenimento,
vi fu la partecipazione fra il numeroso pubblico della Regina Vittoria
che decise fra l’altro di acquistare 2 persiani azzurri
mentre il Principe di Galles firmò con dedica numerose foto
di un gatto Persiano vincitore di molti premi. Fu il trionfo
non solo della manifestazione, ma anche del ns. amico,
che diventò prepotentemente il micio dell’alta
società, esibito nei salotti buoni e dai personaggi
più noti. Il successo della prima esposizione felina si diffuse
in tutto il mondo. Nel 1881, al museo Kummel di Boston, si organizzò
la prima mostra del genere in U.S.A. In queste prime edizioni americane
fu il Maine-coon il gatto
più apprezzato ed ammirato. Massiccio, anch’esso dal
pelo lungo, rustico venne però nettamente surclassato dal più
salottiero Persiano introdotto dall’Inghilterra all’inizio
del XX secolo. L’attuale Persiano ha una morfologia
che nasce dall’attuazione del principio enunciato da
Konrad
Lorenz secondo il quale l’uomo s’intenerisce
quando nell’animale trovano delle sembianze infantili.
Proprio su questa base si cominciò a selezionare i
gattini dal musetto più tondeggiante, che fra l’altro
erano i più apprezzati dal pubblico. Si notò poi che
il folto mantello di cui erano dotati i gatti Angora, nascondeva la
loro figura sinuosa e snella. Ci si accorse, sostanzialmente, che
un corpo più compatto, tondeggiante è in maggiore armonia
con il folto mantello. Pertanto il ns. amico ha un corpo di
lunghezza compresa fra i 40/50 cm, con forti e corte zampe.
La testa, grande e rotonda con grandi
guance paffute, ha una fronte alta e bombata, orecchie
piccole e distanziate tanto da allineare il bordo interno con l’angolo
esterno dall’occhio. Questo deve essere grande e tondo, lo sguardo
tenero ed espressivo. Il mantello è indubbiamente la
caratteristica peculiare del Persiano, abbondante, spesso,
lungo fino a 15/20 cm. Richiede cure quotidiane: è un pregio
che il padrone dovrà curare per la salute e la bellezza del
proprio micio.
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